Storia e riconciliazione
- Gianni Spartà
- 04/10/2025
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Evocando San Francescoi
Gli Italiani hanno fatto da soli. E quando fanno da soli, non drogati dai cattivi maestri della politica, vincono le elezioni dell’anima. Se adesso smetteranno di disertare le urne della democrazia, forse torneremo ad avere l’immagine autentica di questo Paese. La premier dovrebbe avvicinarsi a qualche microfono e dire che si sente orgogliosa di guidare e rappresentare gli Italiani. E siccome tutto è tranne che stupida, prima o poi lo farà, staccandosi dal gruppo di cui in più di un’occasione è sembrata prigioniera. Si sono ascoltate tante testimonianze pescate in queste ore mentre sfilavano i cortei degli apoti, cioè di quelli che non se la bevono. Mi ha emozionato la mamma partita da Padova con il suo bimbo e sbarcata a Roma. Senza bandiere, con una carrozzina. Senza slogan, col silenzio che lascia parlare i gesti. Prove generali di società civile. Quella che si è fatta arrestare nelle acque internazionali di fronte a Gaza. Quella che subito dopo è scesa nelle piazze affollate come nessuno immaginava. Quella di polizia e carabinieri che davanti a un simile spettacolo ha percepito corrispondenza di pensieri positivi tra quanti manifestavano e quanti avevano il dovere di tutelare l’ordine pubblico. Purtroppo i notiziari, anch’essi vincolati da un dovere, hanno registrato anche le solite litanie con senno di leader e dintorni. Ma la festa di San Francesco 2025 è già entrata nella Storia, evocando cioè che accadde 800 anni fa quando il poverello d’Assisi si fece ricevere dal Sultano e gli chiese garanzie circa la futura presenza dei suoi frati in Terra Santa. Potremmo fermarci qui? Potremmo lasciarci alle spalle le recriminazioni per la regata (qualcuno la chiama così) che ha incarnato la sfida di 400 europei ai massacri di profughi palestinesi e alla barbarie di Hamas? Sarebbe un’altra prova generale. Di riconciliazione.