Blog



Il silenzio attendista dei cattolici

  • Gianni Spartà
  • 28/08/2019
  • 0

I cattolici praticanti, sacerdoti compresi, non tutti ovviamente, si fanno il segno della croce prima di pronunciare parole gravi e dolorose, ma non rinunciano a farlo: sui migranti stanno più con Matteo (Salvini) che con Francesco (il Papa). Del Truce non sopportano la spacconeria. La linea inflessibile sui porti chiusi, sì: quella gli piace. Di uno che ogni due per tre invoca il cuore immacolato di Maria sospettano la scaltrezza, ma gliela perdonano. Sennò che cattolici sarebbero. Nessuno in questo momento di caos, pensa che politicamente possa nascere un partito d´ispirazione cristiana capace di cancellare il miracolo leghista. E di salvare la capra della globalizzazione e i cavoli del sovranismo. Ma l´atteggiamento non è di rinuncia, è di vigile attesa. C´è stato il Meeting di Comunione e Liberazione, movimento che sotto la guida di Carron ha cambiato pelle concentrandosi sulla testimonianza attorno alla Chiesa e lasciando perdere, almeno a livello di vertice, la presenza nel Palazzo. Poca politica e in quella poca nessuna polemica con il ministro che teneva a bagnomaria le navi delle Ong cariche di disperati. Tolleranza. Anzi una domanda cara a al pontefice attuale: chi siamo noi per giudicare? Per forza, si dirà: i cattolici ciellini sono fuori dal governo. Non dal sottogoverno dove continuano a esercitare signoria, nel solco del formigonismo e dintorni, controllando le nomine nella scuola, negli ospedali, nel sociale in genere. Il caso Lombardia è un modello che la dice lunga. E d´altra parte la catastrofe della classe dirigente italiana è tale da lasciare spazi importanti ai rari casi di organizzazioni che in questi anni disperati hanno continuato a fare scuola come la facevano una volta i partiti all´ombra dell´impegno ideologico. O della scelta di campo. CL è tra queste. Solo che oggi trionfa il tribuno sanguigno che punta tutto sulla propria immagine, sulla sua capacità dialettica, sulla bestiale comunicazione che ne diffonde l´eco in tempo reale. Un fenomeno usa e getta, se si pensa che dura per una stagione non per un´epoca, che pensa alle elezioni non alle generazioni. che dopo le alte fiammate diventa brace. Salvini è ancora nella cronaca, Di Maio pure. Renzi che quattro anni fa era re d´Italia in un niente è diventato reperto storico. Il problema della ricostruzione di un centro di gravità permanente, tuttavia è sul tappeto della politica nazionale. E gli italiani travolti da un insolito destino nell´azzurro mare d´agosto, lo avvertono. Non ci sono forze intermedie, come sta sperimentando Mattarella alla ricerca di una quadratura del cerchio. E quando non c´è un buon centro (campo), come insegna il calcio, giocare sule ali è esercizio diabolico, soprattutto quando esse si rivelano spericolate. Che la Lega, pur accreditata di consensi democristiani, si possa trasfigurare in qualcosa che alla Dc assomigli è fuori da ogni logica. Anche da ogni aspettativa. Vale a maggior ragione per i Cinque Stelle. Il Pd è tutto tranne che un partito federatore capace di tenere insieme il Paese, da Nord a Sud. Fatica a non litigare con se stesso. Fora Italia non pervenuta. E allora, se in prospettiva si avvertirà l´esigenza di un polo di mezzo, la storia insegna che la riserva di caccia perlustrata per costruirlo è il mondo cattolico. Un partito del Papa? No, sono blasfemi quelli che lo pensano. I luoghi nei quali coltivare questo progetto stanno in basso: nelle parrocchie, nei movimenti civici, negli immensi giacimenti del volontariato laico. Lì è annegato in questi anni l´esercizio del voto al quale cinquanta cittadini su cento hanno rinunciato, soffrendo. Bisognerà pure fare qualcosa per recuperare il bendidio di risorse perdute. E bisognerà capire che Trump dice "America first" a elettori cui sta offrendo ritmi di crescita economica sorprendenti, chi lo imita urlando "prima gli italiani" parla a un Paese con le ruote sgonfie. La crisi di governo ha cancellato promesse e speranze. Ci aspetta un brutto settembre. E´ passato inosservato un raduno del 22 luglio benedetto dal direttore di Civiltà Cattolica e dunque dal Vaticano. Obiettivo: ridare luce a un movimento ispirato ai principi cristiani e aperto alla partecipazione dei laici. Potrebbe chiamarsi Rete Bianca. Un tentativo, solo questo, di non sventolare prima o poi bandiere dello stesso colore.

Aggiungi Commento

Nome
Email
Testo Commento (evidenzia per modificare)

(0) Commenti