Blog



Carta Cartabia

  • Gianni Spartà
  • 21/01/2022
  • 0

Quirinale e Chigi

C’è una carta nascosta nella Qurinaleide e nel pedissequo romanzo d’appendice costituito dal secondo concorso a premi della Repubblica: quello per la presidenza del Consiglio. Vai a sapere se lo è per tattica vincente o per esclusione perdente. Questa carta, scusate il bisticcio di parole, è Marta Cartabia, attuale Guardasigilli. Non c’entra il tifo locale, essendo la ministra, varesina per studi superiori e legnanese per nascita. C’entra la  considerazione per una persona di sicuro talento che non stonerebbe ai vertici dello Stato come capo supremo o inquilina di Palazzo Chigi. Tanto più che è  una donna e sarebbe la prima in Italia ad assurgere a questi onori: niente indulgenze al femminismo populista, semplice attenzione a un curriculum infarcito di preparazione e serietà. E comunque andrà riscritta prima o poi la storia delle nostre contrade che non si potevano immaginare quarant’anni fa costruttrici di uomini mandati al Viminale (Roberto Maroni) e in cima al governo (Mario Monti). Il territorio ha scoperto dagli anni ’90 in poi, sulla scia della del lancio del prodotto indigeno Lega una vocazione politica assolutamente nuova e imprevedibile. Chiusa parentesi. Marta Cartabia, cattolica, simpatie giovanili per Comunione e Liberazione, non sbuca dal nulla: in quota Mattarella, sponsor della  senatrice a vita Liliana Segre, a proposito di color rosa, è stata presidente della Corte Costituzionale per poi approdare al governo con analoghe credenziali.  Ha messo mano alla riforma del comparto più spinoso di questo Paese, il funzionamento della giustizia, ha conservato in questo frangente fermezza e rettitudine. Non ha ottenuto, fin qui, quello che tutti sperano e cioè sentenze veloci,  carcerazioni provvide, processi iniziati e finiti in tempi ragionevoli. Ma ha dimostrato per questi temi sensibili passione autentica. I cui risultati conosceremo, indipendente dalle prese di posizione di casta e dalle chiacchiere  di partito.  La Cartabia non è ancora sessantenne e questo è un handicap in un’Italia incartapecorita. E’ fuori dai giochi di conventicola, che si fanno stringenti in vista della prima votazione per il Qurinale,  e anche questo non la favorisce agli occhi dell’establishment.  Ma grave errore sarebbe sciupare patrimoni di competenze, sempre che le competenze contino: dal conclave rischia di uscire cardinale l’ex banchiere d’Europa Mario Draghi, figuriamoci  che cosa può accadere a una non papabile. Sapremo tutto a giorni. Vedremo quanto è vera la voglia di cambiare musica di genere  Quello che non vorremo vedere è il rogo di profilo eccellenti.

Aggiungi Commento

Nome
Email
Testo Commento (evidenzia per modificare)

(0) Commenti